Controlli e tamponi per i passeggeri in arrivo all’aeroporto di Cagliari-Elmas: dalla prima settimana di marzo chi arriva in Sardegna ha l’obbligo di presentare un certificato che certifichi il tampone negativo o il vaccino o può scegliere di fare il tampone dopo lo sbarco. Ma come stanno andando i controlli? La macchina organizzativa riesce a gestire in maniera efficiente gli arrivi dai diversi scali italiani?
Alberto Urgu, giornalista cagliaritano da alcuni anni a Roma, è intervenuto ai microfoni di Extralive per raccontare la sua esperienza e quella dei passeggeri in arrivo in Sardegna: «Un viaggio abbastanza complicato, ma per la Sardegna ne vale sempre la pena. Per arrivare a Cagliari è necessario fare tre autocertificazioni: una per la polizia, una per Alitalia e poi quella della Regione Sardegna da fare attraverso l’app. Va benissimo la sicurezza, ma non si capisce perché siano necessarie 3 autocertificazioni. Il problema nel mio caso è stato agli arrivi: al ritiro bagagli si è formata una fila pazzesca a causa dell’arrivo contemporaneo di tre voli. Una situazione abbastanza caotica che ha generato immediatamente un assembramento che sarebbe stato il caso di prevedere e di gestire in maniera diversa. Si avvicinano i giorni più caldi e forse è necessario cambiare qualcosa nell’organizzazione: arrivare e trovare 300 persone tutte insieme non è il massimo, ma devo dire che i controlli per chi aveva già il certificato (come me) sono stati abbastanza veloci. […] I passeggeri a bordo mi sono sembrati tutti sardi che rientravano, molti militari, anche qualche turista ma non più del 20%. »
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