Sommersi da immondizie musicali, triturati nell’inguine basso dalle geremiadi di commentatori ossequiosi e, ovviamente, politicamente corretti, quelli di Freak Out! pensano bene di fare gli anticonformisti facendo i conformisti. Non ignorano l’evento luttuoso ma lo celebrano a modo loro, andando a riscoprire le pagine dell’artista trascurate, ormai quasi clandestine, all’epoca spernacchiate. E si apre con una canzone prima classificate tra le “canzoni più brutte del 1972”, secondo un racconto dello stesso autore. Per proseguire con le canzoni “da edicola”, con quelle di protesta (e relativo siparietto esplicativo), con quelle languide da ballo, con “quelle sperimentali” che ascoltavi tra gli incensi, seduto in terra su scomodi tappeti. Insomma, l’artista che aveva poco a che fare con il cuccuruccuconformismo.
Ma in tutto questo cosa c’entra Lilly la bionda?
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