
Tutti conosciamo Herbie Hancock come un grande del jazz, e la sua notorietà si estende al di fuori della cerchia jazzofila anche grazie alla sua abilità nell’uso delle tastiere -che ha spesso usato in anteprima- come per esempio nella mega hit “Rockit”, il brano più rappresentativo del funk elettronico degli anni ’80.
E allora perché non riprendere, invece, il PIANISTA Herbie Hancock? Quello stesso pianista che debuttò undicenne con l’orchestra sinfonica di Chicago, per suonare il Concerto per piano No. 26 di Mozart?
È a lui vogliamo dedicare la playlist di questa puntata, iniziando da Cantaloupe Island nella versione live di metà anni ’80, al party-concerto di rifondazione della storica etichetta discografica Blue Note, con i grandissimi Freddie Hubbard alla tromba e Joe Henderson al sax tenore.
One Finger Snap e Dolphin Dance sono due brani incisi e composti da Hancock nel periodo della seconda metà degli anni ’60 in cui era parte del quintetto di Miles Davis, e con gli stessi basso e batteria di Ron Carter e Tony Williams, ancora con Hubbard alla tromba e con un altro “davisiano” come George Coleman, al sax tenore in “Dolphin”.
Speak like a Child del 1968 è proposto da un sestetto perfettamente arrangiato che comprende il Magnifico Thad Jones al flicorno, per uno degli ultimi album interamente acustici, prima della svolta elettrica e alla fine dell’ingaggio con Davis.
Ai tardi anni ’90 appartiene la versione di Summertime che abbiamo scelto, da un CD di omaggio a Gershwin, con Joni Mithcell alla voce, Wayne Shorter al sax soprano e il meraviglioso Stevie Wonder all’armonica.
Un settetto di eroi dell’hard bop, suona nel 1963 il soul jazz di “Blind Man, Blind Man” nel secondo disco del ventitreenne Herbie, forse cercando di bissare il notevole successo riscosso l’anno precedente con Watermelon Man, con Grant Green alla chitarra, l’allora diciassettenne Tony Williams alla batteria, Donald Byrd alla tromba, Hank Mobley al sax tenore, Grachan Moncur III al trombone e Chuck Israels al basso, mentre l’ultimo brano, con una introduzione di solo piano di Hancock, si affida alla superproduzione in un gruppo di all stars internazionali in cui svetta la fantastica voce soul di India.Aire per la ripresa di un inno pacifista tra i più amati, Imagine di John Lennon in una versione ricca e multicolore.
Io ho ascoltato con piacere, voi fatemi sapere…
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