“Amaretti”: tra ironia, amore per il mare e un gusto amaro. Intervista con Davide Volponi

“Davide Volponi recupera, adatta, trasforma. Costruisce biliardini con balene contro ramponieri, acquari di sacchetti di spazzatura, finti dolcetti adagiati nella carta plissettata delle pasticcerie. Si chiamano amaretti, questi bon bon esposti in una bancarella. Figli della risacca, invero, ma ingannevolmente commestibili. Del resto, è il confine tra assurdo e verosimile ad alimentare le opere di un artista che ama due cose tra tutte: il legno e il mare. Comincia con un naufragio, il periplo d’autore. Con una distesa di segatura da cui spuntano granchietti colorati d’arancione, esserini svelti che s’infilano in tutta la galleria per poi approdare – salvi!- su uno scoglio invisibile. In ordine sparso, in una mostra a moto costante, minuscoli omini, pesci dipinti su fogli di giornale, luci sonore e persino vecchi mobili sciupati. Peter Pan si tiene in equilibrio su un’onda di ferro arrugginito. Fa Lo Surf, ovviamente. Rive tempestose, navigazioni e incontri, come capitò a Ulisse. Davide Volponi fa un altro tipo di viaggio e non aspira a ritornare a Itaca. Tutto è fluido nel suo pelagico andare. Ogni pezzo, faticosamente lavorato perché riciclare impone fatica, è una storia compiuta. Le situazioni e i personaggi scaturiti dalle discariche, o dal ventre del magazzeno di famiglia, riflettono con sapida armonia l’umano arrabattarsi tra affondi ed emersioni.” (Alessandra Menesini)

Ancora per qualche giorno, (finissage domenica 22 settembre) nella suggestiva cornice della Galleria Siotto, nel cuore del quartiere Castello, sarà possibile visitare la mostra “Amaretti” personale di Davide Volponi che tra oggetti di riciclo in arrivo dal mare (patate, mozziconi di sigaretta, tappi, pezzi di plastica), piccole figure umane e oggetti in legno, restituisce una vita e un significato diverso a ciò che un sguardo superficiale giudica come scarto. Un percorso che racconta l’animo umano, il rapporto tra l’uomo e il mare con le sue debolezze e ipocrisie, e “una mostra che inizia con un piccolo naufragio. Ognuno di noi nella vita può avere dei momenti di naufragio, che però non è detto che continuino; ognuno di noi può trovare nuovamente l’acqua calma, volendola”.

Ne abbiamo parlato a Extralive con Sergio Benoni e con Davide Volponi.

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