Elezioni USA – Ilene Steingut a Extralive: «Trump non è la malattia, è il sintomo»

«I risultati si dovrebbero sapere a notte fonda: ho detto alla mia famiglia in America di chiamarmi anche alle 4 di notte, ma solo nel caso in cui la vittoria di Biden appaia schiacciante.»

Election Day – Con un lungo editoriale dal titolo “Non state votando solamente per un presidente. State votando per ricominciare da capo” il New York Times invita i cittadini americani a recarsi alle urne, in un clima di grande tensione e di possibili contestazioni, con un paese spaccato a metà tra i militanti pro-Trump e chi invece protesta contro il presidente e la grande incognita dei risultati del voto postale che potrebbero far slittare per giorni l’annuncio ufficiale della vittoria nella corsa alla Casa Bianca.

Ne abbiamo parlato a Extralive mattina con Sergio Benoni, Giovanni Follesa e con la nostra Ilene Steingut, newyorkese doc ma cagliaritana d’adozione: «È come se un intero paese stesse aspettando i risultati di una biopsia. Dopo quattro anni di Trump, l’ansia è ancora più profonda. La cosa più sconcertante è stata la non-gestione della pandemia, o ancora peggio, una gestione piegata ai suoi interessi personali. Tra chi ha votato Trump nel 2016, tanti erano quelli che si sono sentiti ignorati da un Partito Democratico che non è esente da colpe, ma Trump non è la malattia, è il sintomo della malattia. Non si può pensare che i problemi si risolvano solo con le elezioni. Biden non è il candidato perfetto, ma è il candidato giusto per questo momento. Lui si è presentato dicendo “io sarò un ponte verso qualcosa di nuovo”, e ha scelto Kamala Harris come vicepresidente perché lo aiutasse in questo. Lei è fantastica, energetica e ha grande esperienza: una scelta che serve anche per rappresentare tutta l’America, che non è fatta solo di maschi bianchi settantenni.»

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