
Un confronto ancora da aprire con il neo assessore Bartolazzi per porre rimedio alla situazione critica del sistema sanitario, l’esigenza di intervenire sull’assalto eolico nei territori dell’isola, il numero eccessivo di consulenti di settore in capo a Villa Devoto e una legge sul maxi staff da abrogare quanto prima: Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale, è intervenuto questa mattina ai nostri microfoni per commentare la situazione della sanità in Sardegna, maglia nera in Italia per le persone che rinunciano alle cure, e per fare il punto sui prossimi passi della giunta Todde: «Negli scorsi anni nessuno di noi ha esagerato per motivi politici. Chi chiamava il Cup si rendeva conto che la situazione era veramente questa. Quei problemi sono tutti lì che aspettano, e ora servono risposte urgenti, non perché si voglia imporre una tabella di marcia frenetica, ma perché alcune di quelle urgenze sono esplosive.»
Una su tutte quella del Microcitemico, ancora in bilico tra due ASL diverse
Sì, serve una legge per decidere una volta per tutte quale azienda debba occuparsi della pediatria. Oggi abbiamo uno spezzatino assurdo che nasce dalla volontà di chi c’era di spartirsi la sanità cagliaritana, senza un ragionamento a monte di tipo tecnico o clinico, ma solo di bassa politica. Non si può però pensare di immaginare un’altra riforma che impiega cinque anni per andare a regime. Non abbiamo molto tempo. Il mese di maggio è strategico per diversi motivi e il primo è la questione pediatria: in queste ore abbiamo reparti fondamentali per tutta la Sardegna che sono senza guida, che non hanno nemmeno un primario o un facente funzioni. Figure che per diverse ragioni non sono state sostituite attraverso un concorso regolare fatto dalla ASL. Abbiamo ad esempio la neurologia pediatrica, che tratta gran parte dei codici rossi in arrivo al pronto soccorso pediatrico, o la diabetologia pediatrica che sono senza guida. Serve un intervento immediato.
Ha avuto modo di parlare con l’assessore Bartolazzi?
Non ancora. Oggi abbiamo una riunione di coalizione e parleremo anche di questo.
Forse sarebbe il caso di partire da chi già conosce la situazione
Spero che il ragionamento si allarghi anche alle forze sindacali che rappresentano i medici e gli infermieri in prima linea. Credo che da quell’esperienza possa nascere qualcosa di positivo. Un altro tema urgente è quello degli interventi rispetto alle cure traumatologiche ortopediche: oggi c’è il caso di una signora di 85 anni lasciata oltre trenta ore all’ospedale Nuoro. Non è un caso isolato, ma la regola. Abbiamo molti meno reparti rispetto a 5 anni fa: oggi a Cagliari ci sono sessanta posti letto in meno per ortopedia e traumatologia e abbiamo chiusi Iglesias e Carbonia, con Nuoro e Oristano a mezzo servizio. Tra due mesi, con la stagione turistica, se già non riusciamo ad assicurare le cure ortopediche ai sardi, diventerà impossibile. Le persone che vengono da noi in vacanza e giustamente fanno una vita attiva tra escursioni e attività varie, sono da tenere a mente: dovendo dare un consiglio all’assessore, credo che su questo aspetto serva un intervento immediato. L’eredità di Doria, almeno per il centro-sud Sardegna, è stata fallimentare.
Abbiamo però la sensazione che la Regione sia ancora in un torpore post-elettorale. Forse perché ci sono altre elezioni in corso. Sembra che l’attività di governo non abbia ancora preso quota.
Tra le cose che chiederemo oggi, certi che saranno accolte dal presidente Comandini, c’è sicuramente quella di evitare di fare come il suo predecessore, che in campagna elettorale per le amministrative chiudeva per ferie il Consiglio regionale. Adesso c’è un tema elettorale importante, con oltre quattorcentomila sardi chiamati al voto. Il Consiglio regionale però non è coinvolto direttamente dal voto e può continuare a lavorare, e iniziare finalmente il lavoro delle commissioni. Non ci può essere quel tipo di alibi. […] Capisco che fosse necessario un periodo iniziale di studio dei dossier e comprensione del quadro generale. Occorre però dare un altro ritmo. Già oggi, con le dichiarazioni programmatiche che verranno discusse in aula, secondo me si entrerà nel vivo della legislatura.
Gli ascoltatori ci scrivono “super staff anche per Agus”. Il riferimento è ovviamente alla cosiddetta legge poltronificio, stracontestata. Verrà abrogata questa legge?
È allo studio dell’assessorato una riforma organica della Legge 1. Credo che in quella riforma, che deve essere fatta nella prima parte della legislatura, debba essere inserito anche questo tema. Io l’avrei abrogata come primo atto della legislatura: non tanto perché creda che quelli siano i costi della politica. La politica crea costi estremamente superiori con un altro tipo di errori, come quella riforma scellerata delle ASL di cui abbiamo parlato prima. Ho un dubbio che riguarda la distribuzione dei poteri nella nostra regione. Io non immagino una presidenza che si occupa di tutto. Ho un’idea di una giunta regionale che non è più ripartita in silos, in cui ogni partito ha la sua repubblica indipendente in cui si fa gli affari suoi, ma una giunta che abbia un rapporto con la presidente già di per sé di staff e in cui si rema tutti nella stessa direzione. Dalla Puglia alla Lombardia, questo sistema esiste già. Tra le priorità che secondo me potrebbero rendere il sistema più efficiente, avrei quella di “svuotare” la presidenza e migliorare il rapporto con gli assessorati. Sono convinto che nella logica delle responsabilità ampie, il Consiglio possa dire la sua anche su questo tema.
Oggi la Nuova Sardegna si sbilancia nel dire che entro giugno sarà approvata la legge che blocca l’eolico. È realistico crederci?
Spero che venga fatta un’istruttoria seria in commissione. Nella scorsa legislatura il vero fallimento non è stata la Giunta, ma il Consiglio regionale, perché si limitava a discutere leggi non istruite e scodellate in aula con la scusa dell’urgenza. Serve coinvolgere burocrati, gli uffici dell’amministrazione che dovranno poi applicarla e poi chiedere consulenze alle università e ai comitati di cittadini: in alcuni casi parliamo di altissime professionalità. Bisogna fare leggi non per avere il titolo sul giornale, magari certi dell’impugnazione due mesi dopo come avveniva nella scorsa legislatura, ma per ottenere dei risultati. In questo caso gran parte della società sarda chiede uno stop a queste concessioni indiscriminate che penalizzeranno il nostro territorio nei prossimi decenni. Quindi io eviterei di fare le corse o di blindarsi su un disegno di legge che può avere qualche problema. Inviterei la Commissione a fare un lavoro di studio e ricerca che può essere anche ragionevolmente breve.
Sarebbe importante fare sintesi sulle tante idee che in questi giorni leggiamo sui giornali o che sentiamo negli incontri promossi dalla società civile
Credo che il grimaldello sia l’ampliamento del PPR alle zone interne. È la grande carenza del nostro sistema. Qualcuno mi deve spiegare perché per una finestra di una casa a un chilometro da un nuraghe devo chiedere autorizzazioni infinite e per installare una pala eolica invece si possa andare tranquilli. Chi abita in centro storico a Cagliari ne sa qualcosa.
A proposito: ce la fa il Cagliari a restare in serie A?
Non tocchiamo l’argomento, che già la politica a volte regala amarezze. Teniamo le dita incrociate.
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