L’allarme degli architetti sardi: «Tempi stretti e Comuni in difficoltà, fondi del PNRR a rischio senza collaborazione tra pubblico e privato»

«Burocrazia e vecchi metodi mettono a rischio i fondi del PNRR per la Sardegna, ma anche per il resto d’Italia.» Dopo l’allarme lanciato dall’Ordine degli architetti, cresce la preoccupazione sulla gestione dei fondi in arrivo dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), su cui è aperto un dibattito che coinvolge in prima linea i sindaci dei centri dell’isola. Teresa De Montis, presidente della federazione degli ordini provinciali degli architetti della Sardegna è intervenuta in collegamento telefonico all’interno di Extralive per fare il punto di una situazione che mette a rischio un’opportunità importantissima per la collettività: «Una preoccupazione che condividiamo con i tecnici delle amministrazioni. Ci sono tantissime risorse in campo e dei tempi stretti per consegnare i progetti e portarli a termine: 2022 e 2026 sono le scadenze. Queste risorse devono essere investite attraverso la costruzione di progetti che una volta approvati verranno poi finanziati. La strategia del governo per la costruzione di questi progetti è stata quella di mettere a disposizione dei bandi che devono trovare risposta attraverso gli enti locali, che però hanno delle strutture tecniche carenti sia dal punto di vista del personale che delle risorse, e oggi si ritrovano a dover gestire un’attività straordinaria di progettazione molto complessa da affrontare in tempi molto stretti. […] Quello che ci chiediamo in questo momento è perché sia stata esclusa la possibilità di un rapporto innovativo tra liberi professionisti e pubbliche amministrazioni che oggi rischiano di non partecipare ai bandi, di non presentare progetti e quindi di perdere le risorse. Vi faccio un esempio: è come se io avessi la macchina senza benzina e mi dicessero “se fai 100 metri ti mettiamo il pieno”. Una proposta inutile se io non riesco a fare quei 100 metri. Ecco, servirebbe avere magari 3 euro di benzina ora per fare quei primi 100 metri. Tanti Comuni dell’isola non hanno nemmeno la possibilità di aprire i bandi, e in questa situazione di emergenza ma anche di grandi opportunità è il caso di ripensare un rapporto di collaborazione diverso tra tutta la collettività.»

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