Minorenni ubriachi nel centro storico, lo psicologo Luca Pisano lancia l’allarme: necessari educatori di strada e nuovi spazi per i giovani

Market che vendono alcolici ai minorenni, schiamazzi, risse e ragazzini soccorsi dalle ambulanze: è emergenza giovani nei quartieri storici, dove sempre più spesso nel fine settimana si assiste a episodi di disagio, con comitive di minorenni che si radunano per bere. Quali sono le cause che alimentano questa situazione? In quale modo è possibile intervenire sul crescente disagio giovanile? Ne abbiamo parlato all’interno di Extralive con Sergio Benoni, Giovanni Follesa e con Luca Pisano, psicologo, psicoterapeuta, direttore IFOS del Master in Criminologia clinica e Psicologia Giuridica – Famiglia e Minori e Referente dell’Osservatorio Cybercrime Sardegna che da diversi anni lavorano per porre rimedio a questo problema: «Siamo da oltre 7 anni che segnaliamo un’emergenza sociale e sanitaria che è legata fondamentalmente all’abuso di alcolici, all’uso di droghe e quindi poi alla manifestazione di comportamenti devianti o criminali come le risse. Un problema che interessa l’intera area vasta del capoluogo. Nonostante il sindaco di Cagliari abbia firmato il 16 dicembre 2019 la “Carta di Piazza Yenne”, in cui noi evidenziavamo le principali problematiche e le strategie di intervento, ad oggi nulla è stato fatto. Le forze di polizia sono essenziali se rivolte ai market che vengono i superalcolici ai minorenni, ma non devono occuparsi dei ragazzini, per cui servono interventi complessi rivolti alle famiglie e alle scuole ed educatori di strada che si avvicinino ai ragazzi, che non sono soggetti aggressivi e pericolosi ma persone fragili e in età evolutiva, spesso con importanti problematiche, desiderosi di chiacchierare con gli adulti e di confrontarsi. Noi oggi siamo un gruppo di 23 professionisti (psicologi, pedagogisti, assistenti sociali, infermieri, avvocati) che dedicano il proprio tempo ad aiutare i giovani, confrontandoci con loro per cercare di capire se è possibile la loro collaborazione per evitare gli eccessi. Lavoriamo nella logica della mediazione dei conflitti tra residenti, commercianti e giovani. Avendo un figlio piccolo di 7 anni sono molto interessato a queste problematiche, anche personalmente: le cause sono tante e non vanno ricercate unicamente nella famiglia. Un importante fattore di rischio è il bombardamento da parte della sub-cultura digitale, tra social network, youtube, streamer, serie tv, videogame, musica trap e reggaeton, serie tv, che nel loro complesso mandano sempre lo stesso messaggio: la criminalità e la devianza sono dei valori, mentre la giustizia è un disvalore. Un flusso di informazioni che enfatizza, diciamolo col linguaggio giovanile, “lo sclero”, cioè fare i fuori di testa.» Necessario informare le famiglie e creare in città delle iniziative positive, aggiunge Pisano, che attraggano l’interesse dei giovani: «Questa è una città che ha tanti spazi per gli anziani e per le famiglie ma non ha spazi pensati per i giovani. È necessario creare in tutta la città degli interventi e dei laboratori che coinvolgano i ragazzi. Tanti genitori non sanno che cosa accade ai loro figli: abbiamo dei canali Telegram specializzati in vendita di droghe, abbiamo gruppi che danno risalto alle risse. Dobbiamo smetterla di dare sempre la colpa ai genitori: è molto difficile fare il genitore nel 2021 e serve uno strumento per informarli.»

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