Nuovo corso del PD in Sardegna, Piero Comandini a Radio X: «Per governare serve un’alleanza ampia con un programma condiviso»

INTERVISTA CON IL NUOVO SEGRETARIO DEL PD SARDO

«Chi me l’ha fatto fare? La mia passione per il Partito Democratico e la mia voglia di lavorare per questa importante comunità, soprattutto in questo momento in cui ci sono tante emergenze, tante povertà e tanta voglia di cambiare, a livello nazionale e a livello regionale.» Il nuovo segretario del PD sardo Piero Comandini è intervenuto questa mattina ai microfoni di Extralive per raccontare le idee e le iniziative che caratterizzeranno il nuovo corso del Partito Democratico nell’isola: «Ripartiamo dalla grande partecipazione alle primarie, con oltre 35000 persone che si sono recate ai seggi a votare e a scegliere il candidato nazionale e regionale, ma anche dalla nostra identità e dalla nostra storia. È importante riportare la gente a partecipare. Quando leggiamo che oltre il 50% delle persone non partecipa alle elezioni, i partiti popolari, democratici e di sinistra come il mio devono lavorare per farle tornare a votare, non importa per quale formazione politica. Sono terrorizzato dall’astensionismo: significa non riconoscere il lavoro dei partiti, delle associazioni, dei sindacati. Chi crede ai valori della nostra Costituzione deve lavorare per riportare quelle persone a scegliere.»

Quali azioni in vista delle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale? «Non dobbiamo dimenticare che Solinas ha venduto la storia, la tradizione e la bellezza del sardismo a Pontida e al segretario nazionale della Lega. La nostra è una posizione chiara e netta: noi siamo alternativi a questa Giunta ma anche a questa maggioranza di centrodestra che è corresponsabile di questi quattro anni di malgoverno e si deve prendere in toto la responsabilità di una co-gestione di ciò che è stato fatto in questi anni.» Chiarezza, senso di responsabilità e costruzione di un’alleanza ampia: «Le elezioni si vincono insieme, non come abbiamo fatto alle politiche o nel Lazio, in Lombardia e in altre elezioni, e con un programma. Ci candidiamo per governare la Sardegna per dieci anni, non per vincere le elezioni. Scriveremo un programma tutti insieme che ci consenta di governare e che permetta una visione chiara e condivisa all’interno della coalizione.» Il nuovo segretario del PD sardo si è soffermato anche sulla drammatica situazione del Microcitemico di Cagliari: «La riforma sanitaria è servita soltanto a moltiplicare le poltrone, non a migliorare l’offerta sanitaria. […] Già da allora avevamo chiarito che lo scorporo del Microcitemico dal Brotzu era una follia. Quello era ed è l’unico polo pediatrico regionale: un presidio che negli anni era diventato un’eccellenza e che la maggioranza ha voluto distruggere solo per rispondere a logiche di potere…» Elezioni regionali e a seguire la scelta del nuovo sindaco di Cagliari: «Io sono per un’alleanza larga e inclusiva che si fondi su un programma comune di governo, sia regionale che locale. L’anno prossimo avremo le elezioni a Cagliari e a Sassari. Le alleanze si costruiscono dalla base, quindi è nostra intenzione partire dall’ascolto dei dirigenti locali per difendere quelle esperienze positive come quella di Iglesias, dove il sindaco Mauro Usai ha lavorato benissimo, o costruirne di nuove come ad Assemini, ascoltando i circoli territoriali per trovare delle formule vincenti.» Effetto Schlein e nuovo tesseramento: «L’apertura del tesseramento sarà in tutta Italia e i sondaggi aiutano a capire che siamo sulla strada giusta. Molto più importanti però sono i sondaggi che faccio quando vado a fare la spesa, al bar o quando ascolto le persone: quei contatti quotidiani sono più reali e più radicati. La gente ci ferma di nuovo, la gente ci chiede di occuparci dei loro problemi. Queste sono cose più importanti dei punti percentuali che possiamo vedere nei tg.» La difesa dell’autonomia e dello Statuto speciale della Sardegna: «Questa mattina sarò col sindacato per difendere lo Statuto sardo, attaccato dall’autonomia differenziata, cambiale che la Meloni sta pagando ai leghisti, che rischia di sgretolare lo Stato italiano e far tornare indietro la Sardegna su temi essenziali come assistena, scuola, trasporti ed energia. Quella firma messa dal governatore Solinas attraverso il suo assessore alla Sanità significa dare un calcio alle conquiste fatte dai nostri padri nobili: 75 anni di autonomia sono stati cancellati da una firma. Le conseguenze di questa firma, purtroppo, le pagheranno i nostri figli e i nostri nipoti.»

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