Piano casa, Francesco Agus: «Salva la fascia dei 300 metri, ma resta il problema dell’edificazione in agro»

Novità sul nuovo Piano casa a seguito del lungo vertice tenutosi a Villa Devoto nella giornata di ieri: dopo le dure critiche ricevute dall’opposizione e dall’Ordine degli architetti, non saranno introdotte nuove deroghe per consentire la realizzazione di aumenti volumetrici nella fascia protetta dei trecento metri dal mare. Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale, è intervenuto ai microfoni di Extralive mattina per fare il punto della situazione: «Credo che lo stesso presidente non avesse idea di quello che stavano combinando in Commissione urbanistica. Buona parte degli interventi sono stati sì spalleggiati dall’assessore Sanna, però il presidente sa che buona parte di quelle norme sono destinate ad essere impugnate prima dal governo e poi ad essere cassate dalla Corte costituzionale. Perché allora la maggioranza si sta ostinando per portare a casa una legge di questo tipo? Anche una legge destinata a soccombere tra un anno, per quell’anno porta avanti degli effetti, come il rilascio di un titolo da parte di un Comune o la possibilità di edificare nel periodo ristretto in cui sarà in vigore. Il pericolo è quello delle speculazioni: quello sardo è un territorio inestimabile su cui gravano anche interessi che non sempre sono controllabili da parte della politica. Diverse parti di questo testo sembrano scritte negli uffici legali o negli studi tecnici dei grandi alberghi o dei piccoli costruttori. L’assessore Sanna in Commissione ha difeso l’ampliamento nei 300mt, ha riconosciuto il diritto sacrosanto di edificare sul mare, e pochi giorni dopo il Presidente della Regione smentisce – giustamente – quella linea: a prescindere da chi governi, credo che non sia bene caratterizzarci come una regione che punta a distruggere il proprio paesaggio.» Resta alta preoccupazione per la norma che consentirebbe di costruire in agro: «Oggi abbiamo una norma che impedisce l’edificazione per chi ha meno di 3 ettari e non sia un conduttore agricolo. È evidente che se quei terreni magari oggi ancora incolti, diventassero domani terreni per nuove edificazioni di villette con piscina e orticello, sarebbe impossibile trovare terreni da coltivare per chi volesse dedicarsi a quell’attività, perché i prezzi salirebbero alle stelle. Inoltre, l’edificazione in agro crea sempre delle difficoltà, con i comuni che devono garantire dei servizi: portare le strade, nettezza urbana, etc. La città di Sassari ha un territorio enorme caratterizzato da molte case sparse, nella Nurra, e sopporta dei costi ormai insopportabili per un Comune proprio a causa di quel modello di edificazione fatto in tempi lontani che è un pessimo modo di organizzare il territorio.»

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