
Il sindaco di Quartu Sant’Elena Graziano Milìa è intervenuto ai microfoni di Extralive per parlare della gestione dell’emergenza Covid-19 e delle nuove opportunità offerte dai fondi che arriveranno dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), su cui è aperto un dibattito che coinvolge in prima linea i sindaci dei grandi centri dell’isola, che negli ultimi giorni hanno lanciato un appello alla regione chiedendo uno spazio di dialogo e di confronto per ragionare sulle priorità e sui settori in cui sarebbe necessario intervenire: «L’altro giorno l’ex ministro Pisano, dall’alto della sua saggezza ha lanciato un allarme richiamando anche alcune vicende storiche della Sardegna. Noi viviamo oggi un momento molto particolare: abbiamo conosciuto, nella nostra storia, altri momenti in cui avevamo a disposizione delle risorse importanti che hanno permesso alla Sardegna di uscire da una condizione di arretratezza incredibile. Allora ci fu una mobilitazione di popolo molto sentita e partecipata. Oggi viviamo in un mondo diverso e dobbiamo prenderne atto: queste grandi risorse che abbiamo mettono le classi dirigenti nelle condizioni di assumersi responsabilità anche più grandi rispetto al passato, e in questa situazione ci sono delle difficoltà legate agli strumenti a disposizione. Stanno iniziando a uscire i bandi nazionali sul PNRR e un Comune che ha 5 tecnici potrà al massimo seguire 5 bandi, di certo non 20. Esiste quindi un problema per cui sarebbe necessario in primo luogo rafforzare il sistema dei poteri locali dal punto di vista degli strumenti, creare una mobilitazione collettiva attorno alla spendita di queste risorse e soprattutto fare in modo di eliminare tutti gli intralci burocratici che ci siamo costruiti da soli e rallentano i lavori.» Il sindaco di Quartu ha poi sottolineato l’esigenza della creazione di una struttura sovraordinata dedicata alla spendita dei fondi del PNRR: «Oggi noi dobbiamo andare in Consiglio regionale e approvare una legge che generi uno strumento di questo tipo, una cabina di regia che coinvolga anche i Comuni e che agevoli la spendita dei fondi del PNRR. Se non facciamo così corriamo il rischio di perdere questa occasione. I nostri padri ci hanno insegnato che di fronte al Piano di rinascita si doveva e si poteva lavorare assieme.»
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