Presidenziali USA, poche ore all’election day

«È un momento di grande tensione. A New York e nella sua area metropolitana c’è una grande speranza che il candidato democratico ce la faccia: vorremmo tornare a una politica un po’ meno urlata, una politica meno divisiva di quella che è stata fatta negli ultimi quattro anni. Ci sono ovviamente realtà molto diverse negli Stati Uniti e la partita si giocherà come al solito sui 4-5 stati, i cosiddetti “swing state”, dove i numeri sono molto molto vicini e sulle reazioni all’emergenza Covid, che ha paralizzato l’economia in molti settori.»

Gli Stati Uniti si preparano all’Election day di martedì 3 novembre 2020 con il testa a testa tra il repubblicano Donald Trump e il democratico Joe Biden che terrà il mondo col fiato sospeso probabilmente sino alla giornata di venerdì a causa dei voti postali che saranno conteggiati in ritardo a causa delle leggi della Pennsylvania e della North Carolina (due tra gli Stati in bilico) che consentono di accettare le schede di voto fino a nove giorni dopo l’election day. Ne abbiamo parlato all’interno di Extralive mattina con Sergio Benoni, Giovanni Follesa e con Francesco Fadda, vicepresidente del Circolo “Shardana” di New York, in collegamento telefonico dalla Grande mela.

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