Quattro metri quadrati per cliente e non meno di 2 metri tra un tavolo e l’altro: sono questi i numeri con cui bar e ristoranti dovranno fare i conti per essere in regola con le linee guida che i tecnici dell’Inail e dell’ISS che dal prossimo 18 maggio consentiranno la riapertura dei pubblici esercizi: ne abbiamo parlato all’interno di Extralive mattina con Emanuele Frongia, rappresentante di Confcommercio e titolare di alcune attività nel centro di Cagliari: «Molto spesso in Italia vengono inserite delle regole che non sono applicabili. Siamo diventati un po’ scettici dopo due mesi in cui si parla di plexiglass: quello che realmente crea un grosso problema all’interno di questo protocollo è che ci viene chiesto di far rispettare una distanza di 4 metri quadrati per persona, con strutture che nei centri storici, in Italia, sono in media da 50-60 metri quadri. Da utente, con queste disposizioni, la prima cosa che penserei è: bene, non posso andare con i miei 4-5 amici in quel locale, mi faccio una grigliata a casa. Le regole devono essere anche quelle che un essere umano riesce a rispettare: se noi continuiamo a fare regole che le persone non capiscono e sono fatte solo per cercare di togliere la responsabilità a chi le firma, continueremo a sbagliare. E non parliamo della spiaggia: vi immaginate il Poetto a ferragosto?»
Una previsione per il prossimo futuro: «Se le regole dovessero rimanere queste posso dirvi che molti operatori, sicuramente quelli più strutturati, non apriranno almeno sino a settembre. In questo momento si può trovare un accordo con i proprietari delle mura e accordarsi per rimanere chiusi piuttosto che aprire e passare tre mesi di inferno. Attualmente la responsabilità del contagio per i dipendenti è a carico dell’imprenditore. In base alle mie informazioni il 20% delle attività ha già deciso di non riaprire, e un buon 50% si troverà in difficoltà.»
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