Romina Mura a Extralive: «La Sardegna non è solo difficile da raggiungere ma è difficile da vivere, la questione sociale dev’essere il centro della nostra azione politica»

«Se non promuoviamo la partecipazione, e se la politica non si impegna per dare un’immagine diversa, i cittadini si allontaneranno sempre di più: lo dicono i dati sull’astensionismo. Un tema su cui dovremmo confrontarci in tutti gli schieramenti.»

Romina Mura, parlamentare del PD e possibile candidata unitaria alla segreteria del PD sardo è intervenuta ai microfoni di Extralive per ragionare sul rapporto tra la politica e i cittadini e per fare il punto della situazione sull’imminente congresso del PD: «Il rinnovo della classe dirigente in un partito è determinante: come saprete sono tra i firmatari del “documento dei 200”, in cui chiediamo al partito una discussione e una partecipazione diversa sulle decisioni. Mentre qualche settimana fa sul futuro delle alleanze per il governo della regione c’erano dei se e dei ma, oggi tutti dicono che noi siamo alternativi a Solinas e alla sua maggioranza. La discussione di questi giorni stanno portando tutti a fissare un principio, e cioè che il centrosinistra deve fare un percorso totalmente alternativo a questa maggioranza, aprendosi invece alle forze progressiste, civiche e autonomiste che in questo momento non sono ricomprese nel perimetro dell’attuale maggioranza regionale.» Romina Mura si è poi soffermata sulle scelte future del PD in Sardegna: «Questo è un momento storico particolare: se il Partito Democratico ha la maturità per leggere la storia, la fase politica, per leggere il percorso che dovrebbe fare, in prospettiva, andrà a scegliere un candidato o una candidata che sia in grado di rappresentare il cambiamento agli occhi non solo del gruppo dirigente del partito, ma anche dei cittadini. Scegliere una candidata donna potrebbe a mio avviso dare una marcia in più.»

Tra i temi presenti nel documento dei 200 c’è la richiesta di un’opposizione netta a Solinas: è soddisfatta del lavoro del PD? «Il PD sui temi c’è, ma per fare bene opposizione il gruppo consiliare ha bisogno di avere un partito dietro. Qui a Roma, da quando c’è Letta che è riuscito a riorganizzare il partito, anche il gruppo alla Camera lavora meglio. Allo stesso modo in Sardegna serve un partito che sia il garante della linea politica e che sia chiaro sugli obiettivi da perseguire. L’opposizione non si fa solo nei gruppi consiliari ma anche nella società sarda. In tanti territori abbiamo amministratori locali che non sentono la vicinanza di un partito, non sentono la rete politica che potrebbe aiutarli a fare bene. In questo senso dobbiamo provare a riorganizzare l’azione politica e anche l’opposizione alla giunta Solinas in ogni territorio sardo. Serve però una visione della Sardegna per il futuro: non dobbiamo illuderci che la prossima volta vinceremo le elezioni solo perché questa giunta sta lavorando male. Servono idee e obiettivi chiari, serve dire quali sono le nostre priorità. Con i 5 stelle stiamo dialogando e ci unisce un’attenzione particolare alla questione sociale. Nel nostro documento abbiamo scritto che è necessario fare l’agenda sociale del PD sardo: in Sardegna ci sono problemi demografici, c’è la disoccupazione giovanile femminile che presenta tra i dati peggiori in Italia, c’è una gravissima dispersione scolastica e l’emigrazione giovanile continua. Una questione sociale grande come una casa che non è mai stata centrale nell’agenda politica, nemmeno nella nostra. La Sardegna non è solo difficile da raggiungere ma è difficile da vivere, e la questione sociale dev’essere il centro della nostra azione politica.»

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