Scorporo del Microcitemico, la rabbia dei genitori arriva a Roma: «La Regione ha promesso risposte che non sono mai arrivate»

Da esempio di eccellenza a caso nazionale: lo scorporo del Microcitemico dall’ospedale Brotzu, previsto dalla riforma delle ASL, ha portato conseguenze gravissime per i pazienti, che oggi si ritrovano a fare i conti con una situazione insostenibile a causa di un sistema in grave crisi tra carenze di strumenti, di personale e turni massacranti. «La Regione aveva promesso di risolvere il problema ma oggi siamo ancora nella stessa situazione. Siamo arrivati al punto di portarci le garze da casa perché chiaramente la farmacia del Brotzu rifornisce prima le sue strutture e poi quelle esterne; così per tutto: dal personale, alle sacche per le trasfusioni. Quello che potevamo fare prima scendendo di un piano, adesso lo dobbiamo fare organizzando e coordinando mille aspetti, attraversando il traffico della città intera in ambulanza, con i bambini immunodepressi per raggiungere il SS.Trinità anche per fare una procedura semplice, un elettroencefalogramma. Ma il SS. Trinità è lontano e non c’è nessuna specificità assistenziale pediatrica.» Francesca Ziccheddu, presidente dell’ASGOP (Associazione Sarda Genitori di Oncoematologia Pediatrica) è tornata ai nostri microfoni per fare il punto della situazione a poche ore dall’incontro in Senato dove i rappresentanti dei genitori hanno avuto modo di far sentire la propria voce in ambito nazionale: «Ribadiamo che è un caso di mala politica e non di mala sanità. La risposta che ci è arrivata dall’assessore Doria ci ha meravigliato, perché significa che ancora oggi non ha capito il punto. Se il Brotzu è un ospedale di rilievo nazionale con tutte le specializzazioni pediatriche, l’ASL 8 e il SS. Trinità non lo sono. A Roma, in Senato, in occasione della Giornata mondiale contro il cancro infantile, abbiamo parlato con alcuni parlamentari che si sono fatti carico della questione. Dalla Sardegna non possiamo continuare a inseguire un diritto che la nostra Costituzione garantisce per tutti. Una riforma deve avere come obiettivo il miglioramento delle cure: in questo caso non è stato così e continuiamo a chiederci per quale motivo il Microcitemico sia stato spostato al SS. Trinità. Quale disegno c’è dietro?»

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