Tensioni nel Campo largo, Piero Comandini a Extralive: «Il centrosinistra deve dimostrare generosità e unità. La scelta del metodo non può farci dimenticare cinque anni di malgoverno di Solinas.»

«La grande discussione che c’è nel nostro campo largo dà una risposta ai nostri detrattori che dicono che la scelta viene da Roma. Se la scelta fosse venuta da Roma attraverso un sms, non ci sarebbe stata la discussione di questi mesi, di queste settimane e di queste ore, con diverse differenziazioni e prese di posizione. Sono giornate democratiche in cui ogni forza politica sta esprimendo perplessità o condivisione della scelta che stiamo facendo. La “tensione” non è tanto sul nome di Alessandra Todde, ma soprattutto sul metodo con il quale si sta arrivando alla scelta del candidato.» Il segretario del PD sardo Piero Comandini è intervenuto questa mattina ai microfoni di Extralive per fare il punto sulla discussione in corso nel Campo largo che nella giornata di domani dovrebbe portare alla candidatura ufficiale di Alessandra Todde per le prossime regionali: «Credo che in questo momento la politica debba dimostrare generosità e unità, soprattutto il centrosinistra che quando non dimostra unità e generosità e si presenta diviso come in questi ultimi vent’anni perde sempre. Se i 5 Stelle, quando ha vinto Truzzu fossero stati in alleanza con il centrosinistra, oggi avremmo Francesca Ghirra sindaca di Cagliari. […] Chi è all’opposizione della destra deve lavorare insieme in una squadra per costruire un’alternativa alla destra. E lo può fare stando tutti nello stesso campo, ognuno abbandonando un proprio io e una propria identità e costruendo un’identità comune. I progressisti ci stanno pensando, ma pongono appunto anche una serie di condizioni: mi auguro che domani si concluda una prima fase, che è quella della definizione del candidato alla presidenza della regione, del nostro campo. Chiaramente domani non si chiude la porta a nessuno, domani è solo l’inizio di un percorso. Chi oggi è poco convinto, chi oggi pone ancora delle perplessità, credo che abbia tutto il tempo. Ci sono tutti gli elementi e gli strumenti perché poi in un secondo momento, fra quarantotto ore, settantadue ore possa rientrare in un progetto che anche il suo progetto. Io lo dico agli amici Progressisti, a Liberu, a +Europa, a tutti quei e anche altri movimenti che in questo momento momento sono giustamente anche, da parte loro, non convinti, ma non della scelta: loro ne fanno una questione di metodo. Nessuno ha posto veti sulla persona. Chi oggi è in disaccordo ha posto un problema relativamente al metodo, ma non può essere la scelta del metodo a dividerci. Non può essere la scelta del metodo a farci dimenticare cinque anni di malgoverno di Solinas.»

ASCOLTA L’INTERVISTA