Time in Jazz, nei panni di Chet Baker: intervista con Paolo Fresu

Il pianista Omar Sosa e la violinista Yilian Cañizares (e il percussionista Gustavo Ovalles come special guest) con il loro progetto “Aguas”, il trombettista norvegese Nils Petter Molvaer, Paolo Fresu con il bandoneonista Daniele di Bonaventura e il violoncellista brasiliano Jaques Morelenbaum, un’autentica icona della canzone italiana, Ornella Vanoni, l’Orchestra Mirko Casadei e tanti altri: dal 7 al 16 agosto a Berchidda e dintorni suonano le note della 32esima edizione del “Time in Jazz“, festival ideato e diretto da Paolo Fresu. In cartellone, nella giornata inaugurale di mercoledì 7 agosto anche l'”Omaggio a Faber” con cui Time in Jazz, nel ventennale della scomparsa di Fabrizio De André, ritorna a far tappa a L’Agnata, la tenuta nei pressi di Tempio Pausania che a metà anni Settanta divenne la dimora del grande cantautore genovese.

Nell’edizione 2019 c’è spazio anche per un Paolo Fresu nei panni di Chet Baker: “il progetto teatrale con cui ho girato l’Italia per quattro mesi: “Tempo di Chet” è una delle follìe del Time in Jazz, perché porteremo due grandi tir con tutta la struttura teatrale in un palco all’aperto come quello di Berchidda, per fare un’unica rappresentazione, in attesa di riportare lo spettacolo a teatro anche a Cagliari nel gennaio 2020. – Ho incontrato Chet Baker nel 1983 al Festival di Sanremo, io ero giovanissimo. Mentre riponevo gli strumenti alla fine del concerto, dal fondo della sala lo vidi e lo riconobbi subito. Si avvicinò e iniziai a tremare come una foglia: con un accento italiano neanche male mi disse “complimenti, quella versione di ‘Round Midnight che hai suonato era molto bella”. Non ebbi il coraggio di dire nulla e lui con la stessa lentezza con cui venne verso di me, se ne andò…”

Ne abbiamo parlato a Extralive mattina con Sergio Benoni e con Paolo Fresu, che in collegamento telefonico ci ha raccontato le novità dell’edizione 2019.

info e programma completo / www.timeinjazz.it / facebook.com/timeinjazz

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