Zona arancione – Emanuele Frongia: «In Sardegna 3000 pubblici esercizi a rischio chiusura. Serve controllo e pianificazione»

«La fascia più colpita è quella dei giovani: di circa 11.000 pubblici esercizi in Sardegna stimiamo che possano chiudere in 3000. Queste aziende impiegavano 23.000 dipendenti: noi oggi ne stiamo rimettendo in casa integrazione 15.000. I dati sono questi. Se le cose vanno bene, potremmo chiudere l’anno con una perdita di circa 5000 posti di lavoro solo in questo comparto.»

Un nuovo stop che sferra un duro colpo alle attività dell’isola, già pesantemente provate da oltre un anno di crisi e chiusure. Emanuele Frongia, rappresentante della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi della Confcommercio è intervenuto ai microfoni di Extralive mattina per fare il punto della situazione del comparto produttivo sardo: «Una situazione drammatica che pagheremo in termini di disoccupazione quando verrà meno il blocco dei licenziamenti. Il fatto che questa misura sia stata prorogata è un segnale drammatico. Dobbiamo pensare già da ora a come provare a riassorbire all’interno del mercato del lavoro tutte le persone che saranno licenziate. Oggi Speranza dichiara “sono ottimista per la stagione turistica”. Il fatto è che non basta l’ottimismo, serve pianificazione. Al momento non c’è un organo di governo, nazionale o regionale, che si stia occupando di pianificare ciò che accadrà più avanti. Non si sa in quale direzione andremo.»

STAGIONE TURISTICA E CARENZA DI CONTROLLI «Gli alberghi sono completamente vuoti, hanno pochissime prenotazioni e c’è chi sta valutando di aprire direttamente a luglio. In termini occupazionali è un danno gravissimo, ma anche qui manca la pianificazione: nessuno sa cosa succederà quest’estate. E poi c’è il grande tema dei controlli che non ci sono: questo fine settimana nel centro di Cagliari non c’era una pattuglia e in alcune zone di sembrava di essere alla finale di Champions League. I giovani tra i 13 e i 17 anni sono stati abbandonati, gli è stata tolta anche la possibilità di fare sport ed è ovvio che ora si presentino queste situazioni. Speriamo che queste due settimane servano almeno a disinnescare questo tipo di rischio.»

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