
«Credo che ci sia un tremendo bisogno in Sardegna di gestire la costa in tutta la sua complessità, di dare risposte concrete anche in termini di modelli economici innovativi rispetto al turismo puro e duro». Alessio Satta, ingegnere ambientale e primo direttore della Conservatoria delle coste sarda, è l’ospite di questa puntata di “Un caffè a Radio X” con Ilene Steingut per un viaggio tra memoria, progetti e prospettive legate alla tutela del territorio costiero sardo; cagliaritano di nascita e formazione, ai nostri microfoni ha raccontato come la sua passione per l’ambiente sia nata presto, tra gli stagni della città: «C’è il mare, ma poi ci sono gli stagni. Già alle medie ci coinvolgevano in progetti di educazione ambientale: abbiamo avuto la fortuna di essere formati da persone che ci hanno trasmesso l’importanza di questi ecosistemi». Dal legame con gli stagni alla creazione della Conservatoria delle coste – agenzia regionale per la tutela e la valorizzazione del patrimonio costiero sardo – il passo è stato naturale: «Non avevamo neanche un codice fiscale quando siamo partiti, ma in sei anni siamo diventati un laboratorio di politiche innovative. Ci occupavamo dell’Asinara, degli ex carceri, dei fari, di aree dimenticate dalla storia». Un’esperienza pionieristica che oggi torna d’attualità: «Una mia ex collaboratrice è ora direttrice della Conservatoria. Questo rilancio mi fa ben sperare: c’è ancora voglia di riprendere quel discorso».
Oggi Alessio Satta dirige l’Ufficio Mediterraneo di WWF International, coordinando le attività marine e costiere in tutta l’area: «Lavoriamo su pesca, energia, cetacei, turismo. E vediamo come certi modelli, cresciuti troppo in fretta, siano stati poi abbandonati. Dobbiamo imparare a costruire un futuro che tenga conto della naturalità e della diversità dei luoghi». Il tema centrale resta l’equilibrio tra conservazione e sviluppo, tra natura e turismo: «Abbiamo costruito un modello di ecoturismo attorno agli stagni di Oristano – racconta – scoprendo luoghi sconosciuti perfino ai residenti e promuovendoli con strumenti semplici, come un portale web. È un approccio che può funzionare anche altrove».
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