Lirico – Un caffè a Radio X con il nuovo sovrintendente Andrea Cigni: «Voglio un teatro aperto a tutta la città»

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«Sto benissimo a Cagliari, adoro la città, la sua storia, quello che è stato e quello che è. I sardi e i cagliaritani mi hanno accolto con un amore incredibile, che cerco di restituire attraverso il teatro».

Andrea Cigni, da fine giugno nuovo sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari, è l’ospite di Giuseppe Murru in questa puntata di Un caffè a Radio X. Classe 1974, regista, docente e progettista culturale, ai nostri microfoni ha raccontato la sua visione e i suoi primi mesi alla guida di una delle istituzioni culturali più importanti dell’isola: «Mi piace pensare a un teatro che si inserisce all’interno della città, che sia al servizio della comunità. Diciamo sempre che il teatro è di tutti, ma materialmente non sempre riusciamo ad esserlo: nella mia missione c’è proprio questo, farlo diventare davvero il teatro di tutti – persone non vedenti, non udenti, sole, giovani, famiglie – una multidisciplinarietà anche di frequentazione».

Nato a Livorno e formatosi al DAMS di Bologna, dove ha avuto tra i suoi docenti Umberto Eco, Cigni ha alle spalle una lunga esperienza nel mondo dello spettacolo, tra direzione di teatri e conservatori: «Non c’è una scuola per diventare sovrintendente. Il mestiere si impara in teatro: ho fatto di tutto, dal figurante alla direzione di produzione. Conoscere ogni parte del meccanismo ti aiuta a dare valore a ciò che si fa, anche economico, ma soprattutto umano. Perché il teatro non è fatto di bulloni, ma di persone». Una delle prime novità portate dal nuovo sovrintendente riguarda la comunicazione: «Abbiamo usato dei colori forti, dei termini nuovi: il teatro che trasforma se stesso e le comunità in cui si inserisce. Il nostro claim è “oltre”, perché dobbiamo guardare verso il futuro. Abbiamo rotto gli schemi delle conferenze stampa tradizionali e creato un rapporto diretto col pubblico. La parola teatro, in fondo, viene dal greco e significa “vedere”: il pubblico è il centro di tutto».

Tra le priorità di Cigni, c’è quella di riportare i giovani a teatro: «L’opera racconta storie bellissime e universali. Ma per avvicinare i ragazzi dobbiamo andare noi da loro: nelle scuole, nelle palestre, nelle case, perfino negli smartphone. Il teatro deve essere tra le loro opzioni quotidiane, perché restituisce tantissimo in termini di socialità. Anche il nuovo cartellone rispecchia questa visione. Qualcuno l’ha definita una programmazione popolare, ma popolare non vuol dire scontata. Accanto a titoli celebri come Norma, Turandot e Otello, proponiamo opere meno conosciute come “Il cappello di paglia di Firenze” di Nino Rota o “Lucrezia Borgia” di Donizetti, oltre a musica contemporanea e grandi nomi della danza come Béjart, Sasha Waltz e Roberto Bolle. Serve ricostruire il pubblico e ridare fiducia alle persone: i risultati si vedono, con oltre mille abbonamenti alla danza in due settimane».

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