
Da oggi, il tratto di passeggiata che collega il Molo Ichnusa a Su Siccu, nel porto di Cagliari, porta il nome di Daniela Zedda. Fotografa, giornalista e testimone appassionata della vita culturale cittadina e dell’isola, viene così ricordata con un’iniziativa che unisce arte, memoria e paesaggio. La cerimonia di intitolazione, promossa dall’Autorità di sistema portuale della Sardegna con il sostegno della Fondazione di Sardegna e del Comune di Cagliari, segna anche l’inaugurazione di una mostra permanente all’aperto che espone trenta sue fotografie dedicate alla città: una selezione tratta dal libro su Cagliari, firmato insieme all’amico giornalista Sergio Benoni, e pubblicato nel 2022 dalla casa editrice tedesca EMONS (111 luoghi di Cagliari che devi proprio scoprire).
Le immagini, stampate su lastre di alluminio e pensate per resistere all’esterno, sono accompagnate da QR code che permettono ai visitatori di ascoltare racconti e approfondimenti su alcuni dei più caratteristici luoghi cittadini. Un percorso a passo lento lungo la nuova passerella in legno, recentemente riqualificata, che offre uno sguardo intimo e originale su Cagliari. Ne abbiamo parlato in uno speciale radiofonico insieme alla sorella Luisa Zedda, a Sergio Benoni e al presidente dell’Autorità portuale, Massimo Deiana: «È una passeggiata istruttiva pensata anche per i turisti, che in mezz’ora possono avere un assaggio autentico di Cagliari».
Il progetto nasce dalla mostra diffusa “La città parlante”, ospitata nel 2023 su balconi, terrazze e spazi non convenzionali, in linea con la visione della fotografa. La nuova esposizione permanente si inserisce in una zona che Daniela Zedda amava profondamente, luogo delle passeggiate domenicali e, in età adulta, spazio d’incontro e riflessione sul rapporto tra fotografia, architettura e città: «Da bambine andavamo lì la domenica con nostro padre – ha ricordato la sorella Luisa – e quando ho saputo che proprio in quel tratto sarebbero state ospitate le sue foto, mi è sembrato un disegno speciale. Daniela scavava dentro i luoghi come faceva con le persone. Non erano solo vedute, ma ritratti della città».

L’archivio di Daniela Zedda, ricchissimo e complesso, è oggi affidato all’associazione Tyche, fondata da lei stessa e oggi portata avanti dalla sorella Luisa con il sostegno di amici e collaboratori. Un’eredità importante, che trova oggi una prima restituzione pubblica in questo spazio espositivo affacciato sul mare. Non si tratta di una via nel senso formale – l’area non ha numeri civici e non è soggetta alle regole della toponomastica – ma di un gesto concreto di memoria urbana: la Passillara Daniela Zedda.
Un gesto non comune in una città che spesso dimentica in fretta. «È raro che a soli due anni dalla morte un’artista riceva un riconoscimento così importante – ha concluso Deiana – e credo che sia giusto riconoscere l’importanza di individuare spazi pubblici per ricordare chi ha dato tanto, con l’arte, la cultura, la scienza. Questo non è solo un luogo di bellezza: è un luogo della memoria».
ASCOLTA LO SPECIALE
Podcast: Download
Scopri di più da RADIO X
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.