Oltre 55.000 utenti all’interno del gruppo facebook “Ora la compagnia aerea ce la facciamo noi!”, creato lo scorso 12 febbraio, inseguono il sogno della compagnia di bandiera sarda e discutono sul tema, avanzando proposte e ragionamenti: ma c’è lo spazio per costituire una compagnia sarda? Quali ostacoli tecnici, economici e burocratici sarebbe necessario affrontare all’interno di un percorso di questo tipo? L’abbiamo chiesto all’avvocato Giovanni Dore, esperto di diritto comunitario: «Intanto è sempre interessante quando le persone partecipano alla vita pubblica e provano ad animarla. Dal punto di vista economico non mi pronuncio, […]. Dal punto di vista giuridico possiamo dire che a livello comunitario non è vietato che un soggetto pubblico faccia impresa o che partecipi allo svolgimento di società pubbliche, ma c’è un problema di tipo sostanziale: il socio pubblico o la società pubblica, se va nel mercato si deve comportare come un investitore privato. Altrimenti si finisce per rientrare negli “aiuti di Stato”, che sono vietati perché che vanno a falsare la concorrenza.»
Intervistato da Sergio Benoni all’interno della puntata di Extralive mattina, Dore si è soffermato sulla possibilità di seguire la scia della Corsica: «Il modello corso sin ora regge bene, ma il costo dei biglietti non è bassissimo. È anche vero che ciò accade perché la compagnia aerea corsa ha preteso di applicare dei biglietti “equi” che consentissero di sostenere la compagnia. Insomma, il modello corso si può studiare ma si sappia che non andremo a Roma con 30 euro ma ci costerà forse quattro o cinque volte di più.»
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