Valorizzazione culturale, decoro urbano, ma anche trasporti, sostenibilità e uno sguardo più ampio verso il futuro della città metropolitana. Massimo Zedda, appena rieletto sindaco di Cagliari, è intervenuto ai microfoni di Extralive per approfondire le sue proposte, il suo piano d’azione e la sua visione, e ci ha raccontato come intende affrontare le sfide e le opportunità che la città si trova a dover affrontare, dalla riapertura degli spazi culturali ai grandi eventi, alla gestione dei cantieri, al potenziamento del sistema di trasporto pubblico e alle strategie per uno sviluppo urbano sostenibile.
La terza volta si preannuncia più impegnativa delle precedenti?
Indubbiamente. Nel 2011 la città aveva bisogno di essere proiettata su un livello nazionale e internazionale con eventi, iniziative e interventi su spazi che attendevano da tempo di essere riqualificati, ma non c’erano situazioni “da mal di testa”. Oggi ci troviamo davanti a una situazione differente: il mercato di San Benedetto, lavori in corso, la viabilità che non consente di percorrere la città in tempi brevi. Lavori che stano determinando chiusure di attività storiche, la pulizia, il decoro della città e la manutenzione che sono carenti da anni, l’assenza di iniziative e di eventi di livello, culturale e di spettacolo. Una cappa di nuvole e umidità che impedisce di vedere la luce. Bisogna togliere un po’ di nuvole.
In questo sarà determinante anche la giunta. A che punto siamo?
Fin da subito abbiamo organizzato un incontro di coalizione e da questo pomeriggio inizierò gli incontri con le singole delegazioni dei partiti, delle forze politiche, delle liste civiche che hanno composto la coalizione. Cercheremo di trovare dei profili che uniscano esperienza politica ed esperienza tecnica. Il percorso deve essere rivolto alla città e al miglioramento delle condizioni di vita delle cittadine, dei cittadini e allo sviluppo complessivo.
Nella visione di insieme della città, c’è qualche tema specifico che potrebbe avere bisogno di un’attenzione particolare, magari di un nuovo assessorato?
Negli ultimi anni in particolar modo, sia per esperienza diretta che leggendo indagini e sondaggi che sistematicamente vengono fatte sul gradimento delle città, è emerso che dal punto di vista del decoro urbano la città deve essere migliorata.
Il 29 giugno Cagliari ospiterà il Pride. Massimo Zedda ha sempre dimostrato la sua vicinanza a questa manifestazione. A Quartu è stato istituito anche un assessorato per le politiche LGBT. A Cagliari ci possiamo aspettare qualcosa del genere?
Nel 2012 abbiamo ospitato il primo Pride di livello regionale. Non credo che sia necessario. Penso però che si debba avere un’intera amministrazione libera da barriere culturali e intellettuali, che guardi invece al coinvolgimento e alla convivenza, con uno sguardo attento alle diversità tutte.
Qualche giorno fa è entrato sul tema della cultura e dello spettacolo che è totalmente latitante in città, facendo un po’ arrabbiare l’ex assessora. Con quali strategie vuole affrontare il tema della cultura?
Non era mia intenzione offendere nessuno, non ho avuto modo di conoscere l’ex assessora. Non ho interesse a calcare la mano sulle cose che sono andate male. Da oggi si lavora guardando al futuro, il giudizio penso l’abbiano espresso le cittadine e i cittadini. Ci sono spazi culturali chiusi come il Teatro Civico di Castello, quello dell’ex vetreria di Pirri, l’Auditorium di Piazza Dettori, non èstato fatto nulla per l’Anfiteatro etc. Il problema è quindi restituire degli spazi al mondo della cultura, dello spettacolo e delle arti. […] Spazi polivalenti per quanto possibile e diversi in relazione alle tantissime iniziative che possono essere organizzate. Serve un bando in grado di consentire al mondo della cultura di organizzare gli eventi non tutti concentrati a fine anno: le risorse arrivano troppo tardi e quindi c’è un’alta concentrazione tra novembre e dicembre. Nell’immediato non abbiamo una programmazione culturale di spettacolo e di animazione estiva per la città, che non vale solo per i turisti, ma anche per i cittadini che passano l’estate in città. Tanti di noi ricordano i grandi eventi estivi che animavano la città negli anni ’90.
Alla fiera c’era un festival che durava tutto il mese di luglio, con due-tre concerti al giorno di signori che si chiamavano Paolo Conte, Miles Davis etc.
Io stesso ho visto Jamiroquai a Cagliari, ancora semisconosciuto. In quegli anni Cagliari aveva un’estate musicale che teneva il confronto con Umbria Jazz, con il Festival di Montreux.
L’investimento in cultura di quegli anni si sente ancora oggi, perché abbiamo un pubblico molto sensibile, molto colto e affamato di cose di qualità.
Cagliari, storicamente, è stata una delle piazze principali anche per la musica classica, per la commedia. I cagliaritani erano molto esigenti e pretendono una qualità che va ripristinata. Ma ci sono anche le arti visive, il teatro, c’è il cinema. C’è il progetto dell’accademia di belle arti che si potrebbe portare avanti in stretta collaborazione con Sassari. Per favorire le contaminazioni è importante anche ospitare artisti, residenze temporanee di esponenti di tutte le arti, dal design alla musica, alla pittura, a chi utilizza le innovazioni tecnologiche.
Cagliari potrebbe avere un ruolo unico in Italia. Nella Sardegna ormai mancano questi punti di riferimento. Candidarsi per un ruolo di questo tipo sarebbe un grande vantaggio.
Indubbiamente. Per questi mondi, l’idea dell’isola determina da sola un fascino, un interessa e una curiosità. La Sardegna e Cagliari inoltre sono luoghi di straordinaria bellezza, collegati – tratte e costi permettendo – a un’ora di volo da Roma e Milano.
Parliamo di trasporti e della nuova via Roma. Cosa si può salvare di quel progetto e cosa si può cambiare in corsa per renderlo più in linea con le esigenze dei cagliaritani?
Da oggi inizieremo a guardare le carte, mi è stato però riferito che siano arrivate le prescrizioni della Soprintendenza che già rispondono ad alcune delle preoccupazioni che erano emerse da parte dei cittadini, come quella dell’altezza degli alberi del bosco che non dovranno influire sulla vista dei palazzi dal mare. Allo stesso tempo, dalla Marina non dovranno impedire la vista sull’orizzonte. L’altro elemento, di maggiore complessità, riguarda il cantiere della metropolitana che occupa tutto l’ex campo Rai. Una volta terminato l’abbellimento su via Roma lato portici, contenere il cantiere della metropolitana sarà u bel grattacapo. Non penso che sia percorribile l’idea di chiudere le quattro corsie lato porto, a meno che non si dotino i cagliaritani del teletrasporto.
I lavori della metropolitana oltretutto procedono con grande lentezza.
Ho provato a dirlo: la metropolitana è stata finanziata nel 2006. Non è pensabile che per fare un chilometro si impieghino vent’anni. Per rispondere alle esigenze della città metropolitana dobbiamo portare sistemi di trasporto immediatamente.
Il CTM funziona bene, non si potrebbe puntare di più su questa realtà?
Il CTM è una delle migliori aziende pubbliche di trasporto insieme all’ATM di Milano, che è un’eccellenza a livello europeo. Proprio perché è un’ottima azienda, utilizza il 100% della disponibilità dei finanziamenti del TPL, Trasporto Pubblico Locale, per ciò che riguarda i chilometri che è possibile percorrere. Questo significa che possiamo immaginare gli autobus notturni a luglio e agosto, perché d’estate, con le scuole chiuse, cala l’esigenza di una grande frequenza della linea 1, ad esempio, e possiamo “spostare” quei chilometri sulle linee notturne. Questo però non può essere fatto tutto l’anno, e non va bene.
Sarebbe immaginabile che il CTM possa offrire un servizio da e per l’aeroporto? Superata una certa ora i treni non ci sono più, e i taxi diventano una rarità. Sembra impossibile che in una città come la nostra non esista una navetta di collegamento.
Vale per l’aeroporto come per Sestu, che non è collegata. Il CTM è nelle condizioni di erogare un sistema di trasporto per questi luoghi, ma serve l’ampliamento del finanziamento sul trasporto pubblico locale che dipende dalla Regione. Meno auto in circolazione determinano benefici straordinari e significano meno incidenti, che incidono sulla spesa sanitaria per decine di milioni di euro. Il potenziamento del trasporto pubblico genera dei risparmi dal punto di vista ambientale, di qualità della vita e una possibilità di spostamento agevolata per cittadini e turisti, ma genera anche una minore incidenza sui costi della sanità pubblica.
In questo contesto, il progetto della metropolitana può essere rimodulato o è intoccabile?
Il collegamento Repubblica-Matteotti è appaltato. Sul Poetto invece, va potenziato il sistema su gomma per chiudere l’anello con Quartu e viale Marconi. Quella tratta della metropolitana non arriverà domani. Stando a questi tempi arriverà nel 2050, quando ci sarà davvero il teletrasporto. Serve quindi dare una risposta oggi per garantire un sistema metropolitano di connessione nei tempi più rapidi possibili.
Facciamo gli auguri a Massimo Zedda. Oggi prenderà possesso degli uffici?
Appena terminata la conversazione con voi e con chi ci sta ascoltando andrò in Comune.
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