Sale la preoccupazione nell’isola dopo la lettera inviata alla Regione Sardegna in cui le due compagnie, che avevano dato disponibilità fino al 14 maggio del 2023, hanno annunciato il ritiro anticipato dalle rotte in continuità a causa dei rincari dei carburanti: i vettori si erano precedentemente resi disponibili a coprire non solo le rotte estive, ma a entrare nel mercato sardo per 12 mesi, nonostante l’assenza di compensazioni. L’avvocato esperto di diritto comunitario Giovanni Dore è tornato ai microfoni di Extralive per fare il punto della situazione: «Esiste una clausola specifica. All’epoca della pubblicazione dei decreti era stata fatta una rettifica nella quale era precisata la possibilità di un’accettazione temporanea, quella “emergenziale” per l’estate perché ancora una volta la Regione era arrivata in ritardo con la pubblicazione dei bandi. […] Ora dovrebbe essere indetta la gara d’appalto con la compensazione economica. La norma prevede che la gara vada pubblicata con due mesi d’anticipo rispetto all’inizio del servizio vero e proprio. C’è quindi tutto il tempo per il bando. Sappiamo che è un bando con delle rotte limitate; i prezzi sono tutto sommato accettabili, ma il numero di rotte previsto anche nella stagione invernale e autunnale ricordiamoci che prevedeva un taglio rispetto alla vecchia continuità di circa 550.000 posti. […] È possibile che fosse già previsto che i vettori avrebbero cessato l’attività con la fine dell’estate. Come al solito però si lavora sempre sull’emergenza e mai sulla progettazione di lungo termine. Il sistema spagnolo presenta delle incognite perché non abbiamo gli stessi flussi delle Baleari, ma è anche vero che se non proviamo delle soluzioni alternative, almeno sperimentali, non ci muoviamo da lì, con la Commissione europea che ogni volta ci fa retrocedere con il numero di voli e di posti offerti in continuità. L’auspicio sarebbe stato quello di provare delle rotte alternative di interesse come Bologna, Verona o Napoli per fare una sperimentazione…»
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