Su Radio X “Se una volta ho sbagliato – Storie dalla Collina” il podcast che racconta il percorso dei giovani della comunità di don Ettore Cannavera

Sulle frequenze di Radio X prende il via “Se una volta ho sbagliato – Storie dalla Collina“, podcast in 12 puntate realizzato da Giulia Clarkson e Ylenia Lampis che racconta le storie dei ragazzi ospiti della comunità La Collina di Serdiana e, attraverso le testimonianze dei protagonisti, mostra il loro percorso verso la scoperta dell’altro, nuovi approcci alla vita, al lavoro, alle relazioni, l’incontro con il sé più profondo ma anche lo scontro con le esigenze di un mondo non sempre accogliente e invita a riflettere sulla responsabilità e sulla colpa, sul libero arbitrio e sulla punizione.

Edito dalla Comunità La Collina, realizzato in collaborazione con Radio X e finanziato dalla Fondazione di Sardegna, dal Comune di Serdiana e dalle Cantine Argiolas, il podcast sarà trasmesso ogni martedì a partire dalle 9 (in replica alle 14) sulle frequenze di Radio X, in streaming e in FM, e sarà poi disponibile on demand sulle pagine della radio, su Spotify e sui canali social della Comunità la Collina.

Giulia Clarkson e don Ettore Cannavera sono intervenuti questa mattina ai nostri microfoni per raccontarci la nascita di questo progetto e ripercorrere la storia della comunità che da 26 anni accoglie minori che hanno commesso reati e offre loro un’alternativa al carcere: «Il carcere non è la misura più adeguata per far cambiare stile di vita a questi ragazzi. Li definisce criminali, gli da un’etichetta. C’è bisogno che facciano un’esperienza fuori dal carcere, sempre sotto controllo ma con degli educatori che li accompagnino in un percorso di crescita culturale e offra un’opportunità di lavoro. […] L’articolo 27 della Costituzione dice che la pena deve tendere alla rieducazione. Il 70% di chi sconta la pena in carcere ci ritorna. Alla Collina la recidiva è del 4%. Abbiamo pensato di rendere pubbliche alcune di queste storie, in forma anonima, per far conoscere il percorso dei ragazzi che scontano la pena nella nostra comunità. Il carcere oggi è una discarica sociale dove il 30% sono tossicodipendenti, il 30% sono immigrati, il 30% sono malati psichiatrici e solo il 10% sono i veri delinquenti. Non siamo in grado di accogliere la diversità, e l’ultima risposta è sempre la galera…»

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