A Ulassai i legami invisibili tra Maria Lai e Miró :: Un caffè a Radio X con Marco Peri

Marco Peri all'inaugurazione della mostra

“Mettere insieme due artisti come Maria Lai e Joan Miró, è stato un po’ un atto di coraggio, perché non ci sono connessioni tra le loro vite e le loro ricerche artistiche. Ma insieme abbiamo costruito un percorso che si muove tra i loro stili che condividono un universo espressivo fatto di segni elementari e potenti”. Con queste parole Marco Peri, curatore della mostra “Miró incontra Maria Lai – Il fascino della sorpresa”, ha raccontato ai microfoni di Radio X la genesi dell’esposizione in programma a Ulassai dal 12 aprile al 29 giugno. La mostra, realizzata in collaborazione con la curatrice spagnola Lola Durán Ucar, si sviluppa in due sedi: il museo CAMUC nel centro storico di Ulassai e La Stazione dell’Arte, che ospita la collezione permanente donata da Maria Lai alla comunità: “È un dialogo per risonanze, un invito a scoprire i fili invisibili che connettono due artisti capaci di inventare un linguaggio visivo personalissimo.”

Ulassai, piccolo centro dell’Ogliastra incastonato tra le pareti verticali dei Tacchi, è oggi un esempio virtuoso di rigenerazione culturale e sociale: “Il lavoro generoso di Maria Lai ha trasformato il paese in un museo a cielo aperto – spiega Peri – anticipando le pratiche dell’arte relazionale e coinvolgendo la comunità in un processo di rinascita. La grande opera collettiva Legarsi alla montagna, realizzata nel 1981, ne è forse l’emblema più potente.” Oggi Ulassai è anche meta di un turismo internazionale legato all’arrampicata e al trekking, e può contare sul sostegno economico derivante sia dal progetto PNRR Borghi – che ha premiato la visione progettuale dell’amministrazione locale – sia dalla presenza di un parco eolico che contribuisce alle casse comunali: “Un esempio concreto di come arte, natura e sostenibilità possano coesistere e generare benessere. Quelle pale eoliche si vedono, certo, ma Maria Lai le aveva osservate con uno sguardo poetico: le aveva immaginate come grandi fiori nel paesaggio. A partire da questa intuizione aveva poi realizzato una scultura, intitolata “Cattura dell’ala del vento”, posizionata proprio all’ingresso del parco eolico. Personalmente penso che la transizione energetica sia un passaggio necessario, con cui dobbiamo confrontarci. Ma credo anche che possa portare benessere e opportunità ai territori che ospitano questo ingombro visivo”.

La mostra, che rappresenta una delle tappe delle celebrazioni per i vent’anni della Stazione dell’Arte, è già stata accolta con entusiasmo e promette di richiamare numerosi visitatori anche nei prossimi ponti primaverili: “Maria Lai ci ha insegnato che l’arte è un gesto d’amore verso la comunità. E Ulassai continua, con coerenza e visione, a camminare su quel sentiero”.

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