Un caffè a Radio X con Laura Fortuna: «Il teatro ti prende il cuore»

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Laura Fortuna, attrice, regista e operatrice culturale, è stata ospite di Martina Benoni all’interno della puntata del martedì di Un caffè a Radio X, per una chiacchierata sulla sua carriera e un approfondimento sulle attività e le criticità del panorama teatrale isolano: «Ho iniziato da Riverrun… il maestro principale è stato Rino Sudano. Poi sono andata a Milano, sono andata a Roma… Oggi con l’associazione Scena Otto ci occupiamo di teatro, lettura e quindi promozione alla lettura e collaboriamo con diversi festival. Fare cinema è molto più ripetitivo… ma è bello avere a che fare con tutte le persone che ti aiutano nei dettagli. Il teatro invece è il luogo dell’irripetibile: un unico momento che vivi col pubblico. Quel qui e ora… se sbagli qualcosa devi recuperare immediatamente».

E da bambina? Niente sogni da diva. «Sognavo di fare la veterinaria o la maestra», confessa. E in un certo senso maestra lo è diventata davvero: «Mi chiedevano di fare dei corsi… ho iniziato molti anni fa, sia di teatro che di dizione».

Com’è cambiata negli anni la scena teatrale in Sardegna? «Ci sono tantissime associazioni culturali, persone di livello… la difficoltà è camparci. È difficile fare rete perché economicamente siamo depressi. Il problema non è il talento, ma i luoghi: ciò che manca è un grande spazio multidisciplinare. Prima ancora: la riapertura dei teatri. Qua ci sono tanti spazi chiusi, ed è un peccato». Ai giovani che vogliono diventare attori offre un consiglio molto concreto: «Dipende dalla tua determinazione… la prima cosa è studiare e non accontentarsi di qualcosa che si incontra qui. Bisogna uscire. È fondamentale costruire una propria struttura… altrimenti è molto difficile».

Oggi la sfida della sua associazione è chiara: «La ricerca di uno spazio in cui fare le nostre attività… l’idea è creare casa, quella famosa comunità di cui ti parlavo. Uno spazio dove non fare solo il nostro, ma chiamare persone che stimiamo. La rete dà vita, creatività e genera idee e cose belle.»

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