Coronavirus: «Tendenza generale al ribasso, deve far ben sperare» – intervista con Vittorio Pelligra

«In Sardegna i numeri sono ancora relativamente piccoli, quindi basta un focolaio a far schizzare le percentuali verso l’alto. C’è l’anomalia di Sassari, indubbiamente legata a un caso in particolare che ha portato alla chiusura di un reparto e a una probabile gestione approssimativa del caso. Questi sono i giorni cruciali e bisogna fare uno sforzo enorme per mettere soprattutto chi è in prima linea nelle condizioni di lavorare bene, perché poi gli effetti negativi si riflettono come un domino su tutti. In una situazione come quella sarda in cui i posti in rianimazione non sono tantissimi è ancora più importante contenere i focolai.»

I contagi dipendono da noi. Se vogliamo evitare una crescita troppo rapida e la conseguente crisi del sistema sanitario, dobbiamo limitare i contatti. Se stiamo a casa e prendiamo tutte le precauzioni necessarie possiamo contribuire a ridurli fino ad azzerarli: ciò che emerge dai grafici è una tendenza generale che continua ad essere al ribasso e che deve far ben sperare. Vittorio Pelligra, docente di Politica Economica, Economia dell’Informazione ed Economia Comportamentale all’università di Cagliari e curatore della rubrica #MindTheEconomy sul quotidiano Il Sole 24 Ore è intervenuto ai microfoni di Extralive mattina, con Sergio Benoni e Giovanni Follesa, per ragionare sui dati del contagio in Italia e nell’isola, che si prepara ad affrontare quella che dovrebbe essere la settimana di picco: «al momento il distanziamento sociale è l’unica arma che abbiamo a disposizione. L’impressione è che soprattutto nella prima fase il rischio connesso ai contatti sia stato preso un po’ sottogamba. Qua in Sardegna abbiamo il vantaggio che le misure di distanziamento sono entrate in vigore quando ancora il virus non era particolarmente diffuso.» Critica la posizione sulla chiusura dei supermercati alle 18 e la riduzione delle corse dei mezzi pubblici, che rischiano aumentare la possibilità di contagio: «Se la domanda è la stessa e la concentri in minor tempo, avrai ovviamente una maggiore densità di persone. Da questo punto di vista servirebbero provvedimenti che vanno nel verso opposto.»

Come cambieranno i nostri comportamenti nel prossimo futuro? «Difficile dirlo. Sicuramente stiamo capendo che le cose non saranno più come prima e che il periodo di transizione verso la nuova normalità sarà lungo. Non solo disagi e difficoltà ma anche un’occasione, come si è già visto con scuole e università che si stanno adattando all’uso estensivo e massivo delle nuove tecnologie. Serve creare una società più resiliente, meno vulnerabile… […]»

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