«La protesta è iniziata due anni fa. Come avevamo immaginato, lo scorporo dal Brotzu ha creato grandissimi problemi: a causa di complicazioni burocratiche, anche per la più piccola procedura ogni mattina parte un giro organizzativo di mail e richieste di autorizzazioni che rende quasi impossibile andare avanti, causando slittamenti di ore e di giorni. E le cure slittano. Ad agosto abbiamo avuto casi eclatanti in cui è stato necessario chiamare i carabinieri; casi a cui è seguita una denuncia alla Procura della Repubblica. Ci teniamo a precisare che la denuncia è contro le decisioni prese dalla politica, non contro i medici che per noi sono il massimo che si possa trovare.» Da esempio di eccellenza a caso nazionale: lo scorporo del Microcitemico dall’ospedale Brotzu, previsto dalla riforma delle ASL, ha portato conseguenze gravissime per i pazienti, che in alcuni casi si ritrovano ad avere i referti delle TAC e degli esami radiologici dopo un mese dall’esecuzione. La denuncia arriva dai genitori dei piccoli pazienti del Microcitemico di Cagliari, che a due anni di distanza dalla prima grande protesta oggi si ritrovano a fare i conti con una situazione insostenibile. Francesca Ziccheddu, presidente dell’ASGOP (Associazione Sarda Genitori di Oncoematologia Pediatrica) è tornata ai nostri microfoni per raccontare il dramma di chi oggi si ritrova a dover fare i conti con un sistema in grave crisi tra lungaggini burocratiche, carenza di personale e turni massacranti: «Nel centro trapianti è rimasto un solo medico. Riceviamo quotidianamente messaggi drammatici. Nel tempo abbiamo continuato a sollecitare un intervento da parte della Regione. Mercoledì ci sarà una riunione della commissione Salute in cui saranno valutate delle proposte per risolvere questa situazione. Ci auguriamo che questa volta non si replichi una situazione già vista in passato e che si arrivi a una soluzione in tempi brevi.»
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