«Nella zona di Villanova, salvo rari casi, non ci sono situazioni di abuso da parte dei concessionari e degli avventori. L’esercizio delle concessioni e l’attività di divertimento, soprattutto nelle piazze pubbliche, deve restare all’interno del rispetto del decoro urbano e del diritto al riposo da parte dei residenti, ma in questo caso forse ci si è dimostrati particolarmente zelanti nei confronti dei gestori dei locali della zona per non avventurarsi in quella giungla che si ha nella zona di Piazza Yenne e della Marina. Il regolamento che oggi viene discusso viene da lontano, dal 2018: […] le uniche modifiche che sono state fatte, sono legate al covid: l’amministrazione però, magari a fronte di sollecitazioni, ha cercato di rendere più stringente l’applicazione.»
Cagliari – Continua a far discutere la revoca della concessione dei tavolini all’aperto al Bar Florio e a Ninnos, due noti locali di piazza San Domenico, nel cuore del quartiere Villanova. Un provvedimento ritenuto eccessivo dall’opposizione in Consiglio comunale ma anche da alcuni esponenti della maggioranza, che a causa di un discusso regolamento che disciplina l’uso dello spazio pubblico, mette a rischio la sopravvivenza stessa delle piccole attività commerciali. L’avvocato Giovanni Dore è intervenuto questa mattina ai microfoni di Extralive per fare il punto della situazione sulle norme e sulle possibili soluzioni: «Inserire all’interno del regolamento l’obbligo per il gestore di impedire “con misure idonee la propagazione dei suoni”, mi sembra un discorso che giuridicamente non sta in piedi, vista la mancanza di parametri oggettivi. […] Va bene non superare determinate soglie di rumore, ma è necessario fare chiarezza su quali siano le “misure idonee”, così come potrebbe essere utile installare delle centraline spia all’interno dei luoghi più importanti della città, che possano consentire di monitorare l’eventuale superamento delle soglie. Serve poi del buonsenso: nel caso di Ninnos e Bar Florio, sappiamo che la verifica è stata fatta due volte all’interno della stessa settimana, con i gestori ancora all’oscuro della prima sanzione. Con questo regolamento non si può tornare indietro e non c’è discrezionalità alcuna: vanno cambiate le regole che appaiono stupidamente rigide e mettono la diffusione di musica di sottofondo da parte di un bar allo stesso livello di iniziative ben più rumorose, solo perché viene tenuta la porta aperta. Serve cambiare queste regole per evitare che questioni veniali comportino sanzioni gravi.»
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