Fase 2: 18.000 firme per fermare il gioco d’azzardo – intervista con Vittorio Pelligra

«Dal 28 aprile tornano i “giochi numerici”, dal 4 maggio le scommesse e poi con le slot machine si tornerà alla grande bisca a cielo aperto della situazione pre-epidemia. I motivi sono chiari: queste attività garantiscono allo Stato entrate per circa 10 miliardi di euro. Di certo però, con le scuole ancora chiuse, quello che passa è decisamente un brutto messaggio.»

Scuole chiuse, scommesse aperte. Con la fase 2 tornano i gratta e vinci e le lotterie, una vera e propria tassa sulla povertà che in Italia riguarda soprattutto le fasce più deboli e fragili della popolazione: «quelli che hanno difficoltà economiche cercano una speranza nell’illusione dell’azzardo.» Ne abbiamo parlato con Vittorio Pelligra, docente di Politica Economica, Economia dell’Informazione ed Economia Comportamentale all’università di Cagliari editorialista del quotidiano Il Sole 24 Ore e sostenitore di una petizione su change.org, che ad oggi ha raccolto oltre 18.000 firme, in cui si chiede una seria riflessione sui danni della riapertura di slot, scommesse e gratta e vinci: «I “giochi” e l’azzardo – si legge nel testo della petizione – «dovrebbero riaprire (se non possiamo chiuderli per sempre) come ultima attività del Paese, dopo la manifattura, i teatri, le biblioteche, i negozi. Far riaprire le sale scommesse prima dei musei e delle scuole dà al Paese un messaggio etico molto negativo, che produce molti più danni, anche economici, di quelli stimabili dal MEF»

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