La legge sulle aree idonee a ospitare gli impianti di energia rinnovabile e la situazione critica della sanità regionale: il capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale Francesco Agus è intervenuto questa mattina ai microfoni di Extralive per fare il punto sulle due principali sfide sul tavolo del Consiglio regionale, lanciando messaggi di allerta e necessità d’azione concreta su entrambi i fronti.
Sulla legge in discussione per identificare le aree idonee a ospitare impianti di produzione di energia rinnovabile, Agus ha spiegato che l’obiettivo è tracciare una mappa precisa che tuteli il territorio, escludendo aree sensibili come siti di interesse paesaggistico e zone costiere: “Quando si interviene con una norma che incide su un settore economico, la legge può collidere con interessi privati, talvolta a discapito del pubblico”, ha dichiarato, alludendo alle recenti pressioni rivolte agli esponenti della maggioranza: “Sarebbe gravissimo, però, che una norma così importante fosse discussa nel silenzio generale” ha commentato, ricordando che la legge in esame punta a una gestione più responsabile della transizione energetica, necessaria per ridurre la dipendenza dalle centrali a carbone: “Abbiamo preferito bloccare tutto piuttosto che rischiare di rendere il nostro territorio ‘carne di porco’ per le multinazionali. Il pubblico deve poter evitare che gli interessi privati abbiano il sopravvento” ha aggiunto, spiegando la necessità di regolamentazioni severe.
Sul tema della sanità, Agus ha ribadito la presenza di problemi strutturali aggravati dalla lentezza delle istituzioni nel porre rimedio. Sebbene l’assessorato abbia iniziato a risolvere alcune questioni salariali, come quella del Brotzu e del Policlinico, restano difficoltà significative legate alle condizioni delle strutture ospedaliere cagliaritane, in particolare quella del Businco: “Tutti i professionisti che ogni giorno operano in quell’ospedale ci dicono che non sarà possibile reggere i prossimi due anni durante i lavori senza mettere in conto un drastico calo dell’attività.”. Agus ha inoltre criticato aspramente una recente dichiarazione dell’assessore regionale Bartolazzi, che in una recente dichiarazione aveva definito l’oncologico un “ospedale da terzo mondo”: «Chi ricopre un ruolo istituzionale deve stare attento a quello che dice. Una dichiarazione disgraziata e sbagliata, perché quello che passa all’esterno del palazzo è che la sanità sarda non sia in grado di curare. E questa è una cosa sbagliata.» ha sottolineato, ribadendo che la sanità sarda non dovrebbe essere screditata pubblicamente.
Una soluzione temporanea per i problemi del Businco potrebbe essere l’installazione di sale operatorie prefabbricate per mantenere attiva la chirurgia durante i lavori: “La dirigenza di quell’ospedale si è rivelata inadatta a gestire l’ordinaria amministrazione, figuriamoci la straordinaria: quindi c’è innanzitutto questo tema da affrontare e poi pensare magari alle soluzioni alternative. O troviamo un modo per riaprire i reparti chiusi negli ospedali di Carbonia, Muravera e altri, o ci troveremo con le strutture principali ingolfate. Già qualche giorno fa al Policlinico ci siamo ritrovati davanti a sette casi di femori fratturati in attesa di operazione. Situazioni che in assenza di ospedali del territorio, convergono tutte verso la stessa struttura”.
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